Lettera di don Lorenzo Milani
Cara Mamma, non so quando riceverai questa perché siamo seppelliti dalla neve e sta nevicando gagliardamente. La maestra non verrà certo e così la posta non parte e non arriva. Sotto la finestra dello studio ho un bel mandorlo che è già tutto in fiore e oggi invece ha la neve alta anche sui ramoscelli più piccini. Ieri la gita a Firenze e riuscitissima. Eravamo 18, ma poi a aspettarci a Firenze oa venirci a vedere lungo il percorso per la città c’è stato mezza Calenzano e mezza Firenze. L’unico guaio e stato che siamo tornati in 17 perché Bruno e rimasto alle Murate (1) per falsa testimonianza. Si tratta del famoso scandalo degli esoneri (2). Era tre giorni che a scuola in presenza degli altri gli spiegavo i vantaggi della sincerità e gli svantaggi della chiusura dei montanari. Meucci poi a sua volta l’aveva consigliato così. Ma c'è rimasto lo stesso e non uscirà finché non si decide a parlare. Fabio (di S. Donato) ha resistito 15 giorni. Le previsioni su Bruno sono a molto più lunga scadenza. Tutti gli altri 900 giovani son crollati chi a colpo chi nel giro d’un’ora al massimo. Quintilio ier sera nel raccontare il fatto all’Eda (io ero andato intanto a avvertire i Burberi che Bruno non tornava) le ha detto: “Per il Priore è stato un trionfo e gli fata guadagnare qualche anno di tempo a far venire su i ragazzi come vuol lui”. Credo davvero che sia così perché i ragazzi han visto ieri tra l’altro un processo, l’arresto di Bruno, le Murate ecc. e erano presenti anche quando Meucci parlava con Bruno. Il resto e andato benissimo. Maria Fossi un amore. Semplice, istruita, chiarissima non si poteva fate meglio in nessun modo. Alla Specola invece c’era il dottor Quattrini che ci ha guidato personalmente parlando dalle 9 alle 12,30 senza cambiare mai tono di voce. Una cosa interessantissima e che se fosse stata fatta da una cattedra senza gli animali davanti sarebbe bastata a addormentare chiunque. Per i nostri invece è andata bene e se la son sorbita senza batter ciglio e facendo luce da tutti i pori ogni volta che veniva nominato qualche osso che avevano già imparato a conoscere a scuola quassù. Pareva dicessero: “Allora è vero davvero anche quel che è sui libri!». Più bella ancora la visita al “Mattino”. Mentre il dott. Palandri spiegava le telescriventi e si riferiva all’esempio dell'impianto elettrico domestico gli ho fatto notare sorridendo che non lo abbiamo. “Allora immaginate unatubazione d’acqua». Risata generale. Ho detto: “Provi a far l’esempio di una strada». Dopo 5 minuti che s’aPfannava a far l’esempio d’una strada gli ho detto che non avevamo neanche quella, allora s’è messo le mani nei capelli e ha rinunciato. Ieri sera poi stanco morto quando verso le 11 stavo per andare a letto ho trovato che aveva preso fuoco la legna che l’Eda aveva messo a asciugare nei tramezzi della stufa. Eravamo abituati a aver sempre legna fresca. Ora invece ne avevo trovata di secca abbattendo una siepe. Un incendio quassù sarebbe un bel guaio con 70 chili di gas che abbiamo in casa. Il massimo consentito è 20 chili. Ieri però ce la siamo cavata andando a letto più tardi e colla stanza gelida. Adriano mi ha dato delle medicine per il mal di fegato che mi hanno rimesso al mondo. Avevo sempre la bocca amara dopo quel disturbo che ti dissi e che credevo originato dalla martellata. Un abbraccio affettuoso anche alla zia Silvia e alla]ole dal vostro Lorenzo
1. Carcere di Firenze. 2. Esoneri dal servizio milirare.
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